Martedì 24 Settembre 2013-Grand Hotel Minerva
Ore 19,45:Apertura dell’anno 2013-2014
La serata sarà aperta da un concerto del Maestro Fabrizio Mocata
Seguirà cena e caffè in terrazza

DSC00491 (Large)Martedì 24 settembre, presso il Grand Hotel Minerva, sede storica del Lions Club Firenze Ponte Vecchio, si è inaugurato il nuovo anno di attività sotto la presidenza di Carmela Savastano. Una serata all’insegna del tradizionale interesse del club per la cultura che fin dalla sua fondazione ha finalizzato una parte di risorse economiche e di energie all’arricchimento della conoscenza, attraverso serate dedicate all’arte, alle visite di mostre e musei e ai restauri di opere di grandi maestri. La serata è stata aperta da Carmela con l’appassionata illustrazione delle linee generali del suo programma centrato sull’amicizia, la sobrietà, la concretezza delle azioni – da attuare in serate organizzate con altri Club – e con la volontà di dar spazio alle socie più giovani.

Fedele allo spirito di questo programma, la serata è cominciata con la sorprendente esecuzione al pianoforte di alcuni brani da parte del maestro Fabrizio Mocata. Tutte le musiche lodevolmente eseguite, fra le quali il tango uruguayo “La Cumparsita” di Gerardo Matos Rodriguez, alcuni brani di George Gershwin e alcune arie di Giuseppe Verdi, sono state riarrangiate in chiave personale dal maestro.

Ma le sorprese della serata non si sono esaurite qui, ma si sono susseguite durante e dopo la cena. Inaspettato l’intervento della socia, storico dell’arte, Graziella Cirri che ha illustrato le eccellenze artistiche del Grand Hotel Minerva, riportate in sintesi in appendice.

La serata si è conclusa sulla terrazza panoramica dell’albergo con un momento magico. Carmela ha stupito tutti con il lancio – nel cielo stellato – di lanterne luminose, simbolo per la Presidente dello spirito del Lions Club Ponte Vecchio e in segno di buon auspicio per l’annata appena iniziata.

Hulda Braver Liberanome

“A partire dal 1958 il Grand Hotel Minerva, la cui facciata si apre su piazza Santa Maria Novella, fu interamente ristrutturato dall’architetto veneziano Carlo Scarpa (1906-1978) e fu impreziosito con l’acquisizione di una scultura, raffigurante una “Bagnante”, realizzata da Emilio Greco (1913-1978). Un connubio non dettato dal caso, ma che segue una filosofia di pensiero che – pur nel rispetto dell’illustre passato – portava l’immobile ad assumere un carattere di assoluta modernità. Nella loro diversità Carlo Scarpa ed Emilio Greco  hanno molti lati in comune: entrambi diplomati all’Accademia di Belle Arti (il primo a Vicenza il secondo a Palermo), entrambi premiati con onorificenze sia in ambito nazionale che internazionale, entrambi osteggiati dalla critica a loro contemporanea nei momenti di maggiore fama, e successivamente “riscattati” con la presenza di loro opere nei maggiori musei d’Italia e del mondo. Un percorso che vede i due artisti accumunati anche da una passione innata per l’arte antica, classica per Greco e Bizantina per Scarpa, e per tutto ciò che riguarda la manualità e l’artigianato. Non è un caso che l’esordio creativo di Scarpa come designer sia all’interno di vetrerie di Murano, così come quello scultoreo di Greco sia in un laboratorio di un marmista. Il tutto poi arricchito dalla frequentazione, anche se in momenti ed ambiti diversi. dei maggiori artisti dell’epoca come ad esempio Arturo Martini. Rilettura della monumentalità del passato attraverso la sintesi del contemporaneo, potremo così riassumere ciò che rimane dell’intervento dei due artisti all’interno del Gran Hotel Minerva. Il primo ambiente scarpiano che incontriamo è il bar posto alla destra dell’ingresso con sedie e sgabelli in legno. Sintesi delle forme, ma nel rispetto del confort. Per l’architetto, infatti, il designer doveva rispettare prima di tutto la funzionalità dell’oggetto creato. A livello architettonico, a piano terra, è ancora visibile l’intervento realizzato nel cortile, dove è collocata la Bagnante di Greco. Tre pareti di vetro inondano di luce gli ambienti interni che vi si affacciano, la quarta, in mattoni a vista, chiude con un omaggio alla forma e alla materia il giardino. Gli altri interventi di Scarpa riguardano poi le due rampe di scale che danno accesso rispettivamente alle camere ed alla terrazza panoramica. In entrambi casi, la visione dell’ambiente è vivacizzata da volumi che creano movimento e dall’immancabile contrasto creato dalla luce. Contrasto (questa volta di materiali) riscontrabile anche nella sala del camino, dove l’architetto ha reso omaggio all’architettura fiorentina (da Arnolfo di Cambio a Brunelleschi) con l’utilizzo delle membrature in pietra come decorazione architettonica sul nudo intonaco. Per quanto riguarda l’opera in bronzo di Emilio Greco, la Bagnante, siamo di fronte ad uno dei soggetti più amati dello scultore. Le forme sinuose e delicate della donna, plasmate con forte senso della materia, denotano una velata malinconia, elemento quest’ultimo che si cela dietro ogni creazione dell’artista. Anche in questo caso Greco ha operato una sintesi formale che racchiude il retaggio dell’antico con l’esperienza del contemporaneo. Una scultura in movimento, che sembra fluttuare nel verde del giardino scarpiano”.  Graziella Cirri